Non per rigirare il coltello nella piaga, ma è il caso di evidenziare che i contestatori di stanza su viale dei Matti, ex viale Marconi – tutti brutti, sporchi, cattivi e, soprattutto, comunisti – avevano ragione: per fare quello che si è fatto alla viabilità del suddetto viale, come in altre zone della città, proprio lucidi non bisognava essere. Fabrizio Trisi, ex dirigente del settore Lavori pubblici del comune di Pescara, è stato arrestato, insieme ad altre tre persone – l’imprenditore Vincenzo De Leonibus e due pusher – nell’ambito di un’inchiesta con tanti reati contestati: dalla corruzione alla turbativa d’asta al peculato e alla detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Tra gli indagati, c’è il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri.
Trisi, apprendiamo, è avvezzo alla cocaina. Trisi è stato, innegabilmente, un fiduciario del sindaco Carlo Masci e dell’assessore Luigi Albore Mascia. Usiamo l’indicativo del passato prossimo perché il dirigente si è dimesso una manciata di giorni prima dell’arresto, incassando per questo un elogio pubblico, di dubbio gusto, da parte del primo cittadino. Sia chiaro: il comune di Pescara non è un covo di tossici e malfattori. Però, lì dentro sono entrati droga e malaffare ed è inquietante. Tanto basta (e avanza) per fermare la nevrotica macchina cementifera avviata da questa amministrazione e riflettere, con calma, sul suddetto viale, sul palazzo della Regione, sui semafori T-Red, sul verde vilipeso, sui parchi che spariscono, sul degrado di interi quartieri, soprattutto Porta Nuova. Ora o mai più, nel senso che ora appare già tardi e mai più non si può sentire.
Libero de Foscolo Ortis