Non facciamoci ingannare dalle apparenze. Chiara Ferragni smunta, grigia, affranta, pentita e sconfitta di questi giorni è identica alla splendida Chiara Ferragni di sempre. E’ una donna che recita. E lo fa benissimo. E’ una donna padrona del suo tempo, che poi è anche il nostro, e dei relativi strumenti tecnologici. E’ una fabbrica che produce un bene intangibile – la capacità di influenzare – e lo mette a disposizione di chi produce beni materiali – auto, borse, scarpe, gioielli e, ahinoi, dolci natalizi – e aspira a venderli al prezzo più alto possibile, nel minor tempo possibile. Il caso Balocco, con la beneficenza taroccata, è un increscioso incidente di percorso. Della Balocco e della Ferragni, entrambe multate dall’Antistrust per pratica commerciale scorretta.
La Balocco, che ha scelto Chiara Ferragni per dare ulteriore forza al business, è all’angolo, stordita, incapace di affrontare il diluvio di improperi. Chiara Ferragni, il propellente del business, invece si è piazzata al centro del ring. Pronta a prendere i pugni – e ne sta prendendo tanti – ma con la consapevolezza che non andrà al tappeto perché è forte. Domani sarà più forte di oggi e, forse, anche di ieri perché le sconfitte temprano. Continuerà a fare, bene, quello che ha inciso nel Dna: influenzare gli altri. I follower. Milioni di follower. Continuerà a farlo perché ci sono tantissime persone che vogliono essere prese per mano dal momento in cui si alzano a quando vanno a coricarsi con la speranza, recondita, di scoprirsi, al risveglio, Chiara Ferragni. E invece sono e rimarranno semplici follower.
Libero de Foscolo Ortis