Una crisi tira l’altra. Il crollo delle vendite dei quotidiani e di tutta la carta stampata sta facendo sparire le edicole e gli edicolanti dal nostro paese. Il bilancio è tremendo: negli ultimi quattro anni, in Italia hanno chiuso i battenti quasi 2.700 edicole, di cui 2.327 erano imprese individuali. I dati sono di Unioncamere-Infocamere e sono estratti dal Registro delle imprese: una perdita secca superiore al 16% (-18,6% considerando le sole ditte individuali), con tassi di variazione anche a doppia cifra in tante province.
L’Abruzzo, una delle regioni in cui si legge meno, paga il dazio: si sono perse 44 edicole (-11,5%), ne rimangono attive 337. A livello provinciale, Pescara ha 91 edicole (-11,7%), Chieti si ferma a 79 edicole (-4,8%), L’Aquila ne ha 78 (-14,8%) e Teramo 89 (-14,4%).
Ad Isernia, nel cuore del Molise, la crisi ha cancellato un terzo delle unità locali. Non sorridono di certo Trieste (-31,1%) e Ancona (-30%). In controtendenza Oristano, che conserva le sue 51 edicole. Fino a quando? Bolzano e Sondrio, grazie all’apertura di una nuova edicola nel quadriennio, vedono crescere questa tipologia di impresa, ma si tratta di un dato risibile.
Il confronto settembre 2023-settembre 2019, invece, scrive un dato che fa piangere: a fine settembre 2019, c’erano oltre 16mila punti vendita, quattro anni dopo ne erano rimaste13.500. Il prossimo quadriennio, per effetto della digitalizzazione galoppante, promette di essere peggiore di questo appena analizzato.