OGGI LA PRESENTAZIONE ALL’ORATORIO DELLO SPIRITO SANTO. BETTA, L’AUTORE, DIALOGA CON BENTIVOGLI, MELILLA E L’ARCIVESCOVO VALENTINETTI. MODERA PANERO
Nei panni dell’altro è il titolo del volume che oggi, alle 17, viene presentato nella sala oratorio della chiesa dello Spirito Santo di Pescara. E’ la storia di padre Aldo D’Ottavio, missionario oblato di Maria Immacolata, ma anche prete operaio, per anni segretario regionale dei metalmeccanici della Cisl Piemonte. L’autore, Alessandro Betta, ne parla con Marco Bentivogli, già segretario generale Cisl, Gianni Melilla, già segretario generale CGIL Abruzzo e con l’arcivescovo Valentinetti. Modera Tommaso Panero, vice presidente della Fondazione Nocentini di Torino.
Per anni padre Aldo, che oggi presenzia alla presentazione del volume, pescarese doc della marina nord, è stato anche parroco e superiore della parrocchia di Sant’Andrea. Lo intervistammo ripetutamente sul quotidiano Avvenire, per l’Osservatore Romano e per Il Messaggero e le sue parole erano sempre nette, lucide, profetiche.
Quando negli anni ’80 e ’90 tornava a Pescara, nella seconda metà di agosto, le sue omelie dove Vangelo e quotidiano erano combinate con puntualità e lungimiranza erano ascoltate da numerosi fedeli che tornavano a messa perché le sue parole rinfrancavano e facevano riflettere cattolici in cammino e non credenti
Tra le tante interviste vogliamo ricordare ciò che disse al Messaggero in un articolo pubblicato il 10 settembre 1998, in cronaca di Pescara. “Pescara è una città con la vocazione a minimizzare i problemi, per salvare la faccia. Anche sul fronte criminalità la sua posizione geografica è certo favorevole a infiltrazioni. Droga e prostituzione, attività sommerse e spesso illegali gestite da albanesi ed ex jugoslavi devono preoccuparci e dovrebbero sollecitare la massima attenzione della classe politica”.
E sulla politica dell’epoca ebbe a dire: “Non vedo un progetto politico che coinvolga la città, mi sfugge un progetto di sviluppo in grado di definire priorità e vocazione di un territorio, mancano leader politici anche a livello regionale. La conseguenza: si gestisce solo l’ordinario spesso anche a fatica”.
E anche sulla chiesa locale la sua analisi era senza veli: “Non percepisco una vitalità ecclesiale, mancano i cattolici fermento della società. E i sacerdoti e i fedeli si chiudono nelle sacrestie e si assiste alla divisione tra la città del mondo e la città di Dio e non ci siamo. Occorre che la chiesa locale recuperi il dialogo con la società per sollecitare gli uomini a vivere la fede non come occasione per rifugiarsi nel sacro ma come stimolo ad impegnarsi per suscitare i problemi e contribuire a risolverli. Per una città edonistica e gaudente come Pescara occorre una chiesa in grado di programmare una forte azione di evangelizzazione”.
E guardando al futuro non aveva dubbi: “Pescara ha bisogno di uomini e avvenimenti che la scuotano. Da alcuni anni assistiamo ad una cristallizzazione di una realtà permeata dall’indifferenza e dall’individualismo”.
Correva l’anno 1998… padre Aldo è sempre stato un sacerdote pragmatico e profetico….il tempo trascorso lo conferma.
Ernesto Grippo