Giulio Gennari, lei è un fotografo affermato diventato artista o la fotografia stessa è una forma di arte? “La fotografia è una forma d’arte e l’ho sempre pensato, anche quando mi accingevo ad apprendere le prime tecniche, ma ho sempre disegnato e la mia aspirazione era quella di farlo con la fotografia”.
Come definirebbe la sua forma di arte? “Neoimpressionismo”.
C’è un modello dal quale ha preso l’ispirazione? “Sono sempre stato affascinato dall’evoluzione dell’arte e, soprattutto, dalle luci di Pablo Picasso”.
La luce è il suo segno distintivo: da cosa nasce? “Nasce dallo scrivere con la “luce = fotografare” e dalla magia che la luce trasmette. E’ proprio quando non abbiamo più luce che finisce anche la vita”.
Quanto fatto a Pescara, la sua città, nel Ferro di cavallo, un quartiere ghetto da poco demolito, denota anche l’attenzione per i temi sociali. “Il tema sociale è sicuramente un obiettivo che, attraverso l’arte, voglio rappresentare. Nel caso del Ferro di cavallo, l’obiettivo è il riscatto sociale che ogni periferia potrebbe raggiungere attraverso l’arte, la cultura e tutte le attività artistiche”.
Pescara, negli ultimi anni, ha visto l’apertura di alcuni musei di arte di levatura internazionale, eppure la città non ha dato grandi riposte: perché? “Credo che ci sia poca informazione specializzata. I pescaresi sono sempre incuriositi dalle novità e hanno una predisposizione verso l’arte, ma dovrebbero essere informati meglio e di più. Insomma, andavano preparati a un’offerta molto importante, inusuale, arrivata di colpo. C’è tempo per rimediare”.
Quali saranno i suoi prossimi impegni artistici? “Il mio prossimo progetto è molto ambizioso. Ho trovato accoglienza nella Fondazione Michetti dopo la visita del presidente Andrea Lombardinilo alla Maison des Artistes, il mio spazio nel centro di Pescara, in via Cesare Battisti, che abbina cultura e turismo e dove, inoltre, ospito artisti internazionali. Il presidente Lombardinilo è rimasto colpito dal progetto “Luce 4.0 (La prima globalizzazione mondiale, Coca Cola che assale le mura di Rocca Calascio risalenti all’anno Mille…)” e ha chiesto di poter esporre queste mie opere dal 20 luglio 2024 nella Fondazione Michetti, per tutta la durata del premio Michetti. Ne sono onorato.”