Sarà un’espressione inflazionata, ma ci sta tutta: oggi si fa la storia. Per la precisione, la storia di Confindustria in Abruzzo. Eh sì, perché stamattina, all’hotel Hermitage di Silvi Marina (Teramo), alle presenza del presidente nazionale Carlo Bonomi, le territoriali Chieti-Pescara e Teramo si uniscono per formare Confindustria Abruzzo Medio Adriatico. L’Aquila rimane fuori. In futuro, chissà.
Tecnicamente, si tratta di una fusione per incorporazione: Chieti-Pescara incorpora Teramo, proprio come nel 2014 Chieti incorporò Pescara. Silvano Pagliuca, presidente della territoriale metropolitana, e Lorenzo Dattoli, presidente teramano, hanno seguito le orme di Enrico Marramiero e Paolo Primavera, rispettivamente ex presidenti di Pescara e Chieti, che portarono a termine un’operazione per nulla scontata, una delle prime in Italia dopo la riforma Pesenti. Marramiero e Primavera, completata l’opera, scelsero di non candidarsi. Il primo presidente post unione fu Gennaro Zecca, il predecessore di Pagliuca.
Confindustria Abruzzo Medio Adriatico ha la forza di un migliaio di aziende associate e conferma la vocazione alle fusioni di un territorio. In particolar modo, ad essere votata è Pescara, che è di per sé il frutto di una fusione – Pescara e Castellamare Adriatico – e si muove verso un’altra fusione, vista la nascita, nel 2027, di Nuova Pescara (l’unione del capoluogo con Montesilvano e Spoltore). Da ricordare che alcuni anni fa c’è stata anche la fusione delle Camere di commercio di Chieti e Pescara. Bene. Anzi, benissimo. Perché una cosa è chiara: insieme siamo piccoli, divisi non siamo nulla. (emmeci)