Operatore sportivo per disabilità fisica, sensoriale e intellettiva-relazionale
Si chiama sport ed è, in tanti casi, la migliore delle terapie per il fisico e per la mente. Utilizziamo la parola sport così frequentemente da dimenticare che è inglese, di derivazione francese, con un significato preciso: divertimento. E qui comincia la magia perché in realtà lo sport amplia il significato del divertimento, lo dilata fino a inglobare la fatica, gli obiettivi, le motivazioni, il miglioramento giorno dopo giorno, l’amicizia, la tenacia di chi viene allenato e l’insieme delle capacità e delle competenze di chi allena. Competenza è un’altra parola molto utilizzata in questi tempi e di cui va ben spiegato il significato: è la piena capacità di orientarsi in un determinato campo. La si ottiene con lo studio, l’aggiornamento e la pratica. La preparazione di un allenatore è fattore indispensabile soprattutto quando deve essere trasferita a persone diversamente abili per le quali lo sport rappresenta molto più di un sano divertimento.
Dario Saraullo è un personal trainer particolarmente attivo e conosciuto nel Pescarese, predisposto grazie a una naturale empatia a lavorare con atleti diversamente abili, ma anche scrupoloso nella preparazione personale, tanto da essere diventato recentemente Operatore sportivo per disabilità fisica, sensoriale e intellettiva-relazionale. “Il corso Asi frequentato a Bologna, nella struttura della cooperativa sociale sportiva La Fenice, è stato davvero interessante, un autentico arricchimento del mio bagaglio professionale e umano. La valutazione finale della preparazione che ho acquisito è stata fatta da un’apposita commissione su un lavoro svolto con otto atleti affetti da otto disabilità diverse“, racconta il personal trainer. “Dal mio punto di vista, lavorare con persone diversamente abili, giovani e meno giovani, è bellissimo, ma comporta anche un’assunzione di responsabilità per un allenatore. Sono scrupoloso per natura e non mi lascio sfuggire l’occasione per aggiornare le mie conoscenze. Ogni volta che un disabile entra in palestra, è già una vittoria perché vuol dire che si sta mettendo in gioco. Ogni volta che ha la consapevolezza del miglioramento, è un’altra vittoria perché vede ripagati i sacrifici e il sudore. Un ingrediente assolutamente necessario è la capacità del personal trainer di creare empatia”.
Saraullo è un ‘pt’, come si dice in gergo, specializzato in diverse discipline da palestra: dal calisthenics al crossfit alla pesistica. “Lo sport ha straordinarie capacità terapeutiche”, argomenta. “Ho il piacere di allenare, tra gli altri, un atleta in carrozzina e un ragazzo diabetico, uomini, donne, giovani, meno giovani e anziani. Posso tranquillamente affermare che soffro con ognuno di loro perché la sofferenza è parte integrante dell’allenamento. La forza fisica è un altro fattore importante per un ‘pt’ perché gli conferisce autorevolezza. Ogni forma di disabilità comporta, da parte del trainer, una modulazione particolare. Per l’atleta autistico, ad esempio, l’autorevolezza deve essere la stessa che trasmette un genitore”. Ed è proprio ai genitori che Saraullo intende trasmettere il messaggio più forte: “Avvicinate i vostri figli allo sport perché lo sport è vita. Non teneteli in casa, portateli in palestra, in piscina o in un qualunque posto dove possano allenarsi. Sono orgoglioso della crescita complessiva di ogni persona che alleno e in modo particolare quando si tratta di una persona con un’invalidità. Ecco, un bravo personal trainer riesce, con la preparazione e il lavoro, tecnico e psicologico, a portare una persona, per meglio dire un atleta, oltre quelli che sembrano limiti invalicabili”. (cr.ass.)
Guarda il video dell’allenamento: https://www.linkedin.com/posts/dariosaraullo_dariosaraullopt-sport-diversamenteabili-activity-7027604153728147456-cEWj?utm_source=share&utm_medium=member_desktop