di Ernesto Grippo*
La carica degli idonei ad agente di polizia locale di Pescara suscita perplessità. Il concorso indetto dal comune per otto posti si è concluso nei giorni scorsi con una graduatoria finale di ben 143 candidati idonei. Una numero elevato non rinvenibile sul territorio nazionale nel rapporto tra posti messi a concorso e idonei finali. Certo, tutto perfettamente in linea con la normativa poiché la legge taglia idonei, che impone giustamente una percentuale di idonei che non può essere superiore al 20% di tutti quelli che hanno superato le prove oltre i posti messi a concorso, non si applica ai concorsi se il numero di posti banditi è inferiore a 20. Si ritiene che, trattandosi di comuni non particolarmente grandi – e il concorso ha tempi e costi elevati – sia giusto consentire all’ente di poter utilizzare la graduatoria in tempi più lunghi oltre che in caso di rinunce, dimissioni o risoluzioni dei candidati vincitori.
La cronistoria del concorso pescarese racconta di 660 domande. Alla prova preselettiva con quiz a risposta multipla si presentano in numero molto inferiore, meno della metà, e ben 225 superano i quiz. Poi arriva la prova orale che avrebbe dovuto rappresentare la vera e propria selezione perché in quella sede si verificano competenze, profilo psicologico e soprattutto attitudine. Ma dei 198 candidati che si sono presentati ben 193 hanno superato la temutissima prova. Solo 5 bocciati all’orale ! Temuta anche per via dei criteri altisonanti descritti dalla Commissione, che era integrata dallo psicologo. Anche qui una novità tutta pescarese: lo psicologo che non accerta l’idoneità o la non idoneità del candidato ma attribuisce un punteggio.
Si parla tanto di Polizia locale da equiparare alle altre Forze di polizia e allora sarebbe il caso di partire dalle norme utilizzate dalla Polizia di Stato, il Decreto ministeriale 198 del 30 giugno 2003 che stabilisce i i requisiti di idoneità fisica, psichica e attitudinale per i candidati ai concorsi di accesso ai ruoli della Polizia di Stato e per gli appartenenti agli stessi ruoli. Questo decreto definisce in dettaglio i criteri di salute, equilibrio emotivo, capacità intellettive e sociali necessari per servire nelle Forze dell’Ordine, coprendo aspetti come costituzione fisica, stabilità emotiva, pensiero critico e capacità di gestione interpersonale.
Lo psicologo somministra test proiettivi inconsci di personalità con lo Scid II, intervista clinica sui disturbi di personalità. Un’intervista clinica semi strutturata, usata da professionisti (psicologi, psichiatri), per diagnosticare i Disturbi di personalità (Asse II del DSM-IV) tramite domande mirate, integrando un questionario preliminare, per identificare tratti e criteri diagnostici di disturbi come quello borderline, evitante, ossessivo-compulsivo, ecc., fornendo una valutazione approfondita e strutturata. E poi si usa il Test di Rorschach, un famoso strumento psicologico proiettivo basato sull’interpretazione di dieci macchie di inchiostro simmetriche e ambigue, usato per esplorare la personalità profonda, il funzionamento del pensiero, le emozioni e le dinamiche interne di un individuo, rivelando aspetti inconsci attraverso la proiezione dei propri vissuti e schemi mentali sull’immagine. Il soggetto descrive cosa vede e le risposte vengono poi analizzate e codificate dallo psicologo per delineare un profilo psicologico, valutando aspetti come il contatto sociale, il controllo degli impulsi e la gestione dello stress, anche se oggi è parte di un percorso diagnostico più ampio e non sostituisce altre valutazioni. Poi, si coinvolgono i selettori abilitati a verificare l’attitudine al ruolo fondamentale per un accertamento completo dell’idoneità.
Ma tutto questo a Pescara non è stato fatto e lo psicologo ha formulato comunque un giudizio con punteggio che ha fatto emergere che ci sarebbero candidati più idonei o meno idonei con relativo diverso posizionamento in graduatoria. Una discutibile anomalia.
Quindi, si arriva alle prove fisiche, corsa di 1000 metri, salto in alto e sollevamento alla sbarra. Prove non previste per la Polizia di Stato e non si comprende perché prevederle per la Polizia locale. Le prove fisiche eliminano 50 candidati, assenti o non performanti quanto basta, che probabilmente sarebbero idonei per un’altra Forza di Polizia ma non per una atletica Polizia locale.
Ed ecco che per i 143 idonei finali si aprono prospettive, ma anche un lungo mercanteggiare sul territorio nazionale. Sì perché, purtroppo, da alcuni anni le graduatorie di idonei possono essere campo di pesca da parte di tutti gli altri enti locali che possono prendere il primo tra gli idonei non ancora chiamati. Quindi possiamo solo immaginare la spasmodica ricerca che si praticherà in palese violazione, a sommesso parere di chi scrive, dell’art. 97 della Costituzione nella parte in cui recita Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso.
E’ vero che il concorso è stato espletato, ma la pletora di idonei appare eccessiva e a pensare male che sia un opaco serbatoio a cui attingere non è poi così difficile. Da sempre, inoltre, nei ruoli della Polizie locali transitano futuri istruttori amministrativi e contabili degli enti locali, cambi di profilo che liberano posti e che consentono alla carica dei 143 idonei di sperare, chiedere… E’ tutto molto triste.
*Comandante Polizia locale Roseto degli Abruzzi
