Chi è artefice del suo mal, pianga se stesso. Il vecchio adagio popolare sembra scritto di proposito per descrivere l’attuale situazione di Nuova Pescara. Dopo essersi concentrati solo sullo spostamento della data della Fusione, gli amministratori di Montesilvano e Spoltore si stanno accorgendo di aver dato a Pescara il coltello dalla parte del manico. La Legge che ha permesso di differire la Fusione dal 2024 al 2027, quindi anche di ritardare una pianificazione congiunta dello sviluppo della Nuova Città, fa sì che Pescara possa decidere in autonomia, in quanto capoluogo di provincia, di costruire la sede della Regione entro i propri attuali confini territoriali, escludendo Spoltore e Montesilvano anche dal semplice confronto dialettico. Fa bene Enzo Fidanza, presidente della commissione statuto di Nuova Pescara, a lamentarsi pubblicamente degli scatti in avanti di Pescara.
A suo tempo, hanno sbagliato spoltoresi e montesilvanesi, ora sbagliano i pescaresi perché sembrano in preda alla frenesia dell’accaparramento. Pescara commette un grave errore nel confondere un grande pensiero con il pensiero di costruire cose grandi. Qual è la zona a vocazione turistica? Indubbiamente Montesilvano. E allora perché si vuole costruire una torre hotel a Porta Nuova? Magari in quella zona si potrebbe pensare a un’altra forma di ricettività alberghiera, che non sia concorrenziale a quella montesilvanese e abbia un impatto accettabile su un pezzo di città già violato da inutile cemento, ad esempio gli spazi commerciali vuoti e i parcheggi coperti perennemente deserti nella zona della stazione di Porta Nuova.
I politici pescaresi, anche quelli di stanza in Regione, devono essere inclusivi e non decidere nulla in autonomia. Insistiamo: Pescara, Montesilvano e Spoltore devono concertare sin da ora ogni attività, altrimenti ci vorranno anni per rimediare ai guasti e per eliminare i rancori. (m.c.)