La copertina del catalogo della mostra alla Galleria milanese del Credito Valtellinese
La storia culturale d’Italia la fanno anche i bibliofili, se dotati di visione, tenacia e fiuto nella ricerca. È il caso del torinese Claudio Pavese (nessuna parentela con Cesare), classe 1949, che in quasi mezzo secolo ha raccolto il meglio della produzione editoriale di Giulio Einaudi. Oltre quattromila volumi e riviste che raccontano in modo organico l’avventura della più importante Casa italiana dal 1933 al 1983, rappresentata dal celebre marchio con lo Struzzo: il cinquantennio di Giulio dalla fondazione a ventun anni fino al passaggio di mano con la crisi, il commissariamento e la successiva acquisizione da parte della Mondadori.
Quattromila volumi raccolti da Claudio Pavese in quasi mezzo secolo
Un cinquantennio scintillante fatto di grandi collaboratori all’interno (Cesare Pavese, Italo Calvino, Bruno Munari…) e autori di spessore italiani e internazionali, che hanno dato vita a un catalogo che comprende ben 92 collane e 20 riviste, tutte rappresentate nella collezione. Le collane spaziano dalla letteratura alle scienze, dalla saggistica all’arte, ai libri per bambini e ragazzi e quelle pubblicazioni hanno contribuito a formare almeno due generazioni.
Ma l’eccezionale corpus – unico per ampiezza, rigore e stato di conservazione – non racconta “solo” una storia mondiale del sapere e della creatività del Novecento e dei secoli precedenti, ma anche l’evoluzione della migliore grafica editoriale italiana, di cui l’Einaudi è sempre stata all’avanguardia. Il collezionista, che viene da studi di grafica, ha documentato per la prima volta con rigore tutti i passaggi. Ne resta traccia nel bel catalogo della mostra realizzata nel 2016 nella Galleria milanese del Credito Valtellinese. Oggi tutti quei materiali trovano una collocazione adeguata nella Fondazione Biblioteca di via Senato di Milano – sede di importanti raccolte, come quella sull’editoria aziendale – che intende conservarli con cura, valorizzarli e metterli a disposizione di studiosi e appassionati. Ne godrà non soltanto la città di Milano, riconosciuta capitale dell’editoria, ma tutta l’Italia che ama i libri.
La prima uscita pubblica è prevista a metà ottobre 2024 all’Accademia di Belle Arti di Venezia con la mostra dedicata a un pezzo particolarmente pregiato: la rarissima cartella fuori commercio pubblicata da Giulio Einaudi nel 1950 in soli 50 esemplari in occasione della XXV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, contenente 22 litografie realizzate appositamente dagli 11 maggiori artisti italiani dell’epoca, legati per lo più all’astrattismo. Coinciderà con la Buchmesse di Francoforte (16-20 ottobre 2024), dove l’Italia è ospite d’onore dopo 36 anni. Come libraio antiquario che ha favorito il buon esito della vicenda, mi auguro che l’iniziativa veneziana costituisca un segnale positivo per l’intero mondo del libro.
Andrea Tomasetig