*di Ernesto Grippo
Non passa giorno senza titoli roboanti di giornali o servizi televisivi inneggianti alla tecnologia che avanza per contrastare le violazioni del Codice della strada. Ma davvero crediamo, come vogliono farci credere, che la sicurezza stradale si persegua con gli autovelox , che oggi possono essere installati anche sulle strade urbane, e con i ‘semafori intelligenti’ T Red? Partiamo da una premessa: il Codice della strada è composto da 240 articoli che devono essere applicati. Non risultano cancellati o derogati. Non è avvenuto nemmeno durante le pandemie. Di questi, quelli che vanno dal 140 al 193 riguardano le norme di comportamento degli utenti della strada, quindi di coloro che si muovono e che devono rispettare queste regole e pretenderle che gli altri utenti le rispettino.
L’Istat, nell’annuale report sulla sinistrosità italiana, ci dice alcune cose che meritano di essere ricordate a sindaci distratti e comandanti di Polizie locali con poca personalità, per usare un eufemismo. Nel 2019, sono stati 127.000 i sinistri sulle strade urbane, 9.076 su autostrade e raccordi e 36.107 su strade extraurbane. Solo quelli sulle strade urbane sono aumentati! Basta questo per ricordare alle Polizie locali che la sicurezza stradale deve essere al primo posto negli obiettivi di qualsiasi comando. Con la tecnologia si sanzionano tanto, a volte per un’inezia (come spesso accade con i T-Red), i cittadini, ma senza ottenere il risultato della sicurezza, che è a tutela dei cittadini stessi.
Sulle strade urbane, si conta il 73,7% dei sinistri, il 70 % dei feriti e il 42% dei morti. Veniamo alle cause dei sinistri. Sulle strade urbane, il 14,1 % dei sinistri è addebitabile a guida distratta o andamento indeciso (in cifre ben 22.922), appena l’1% al mancato rispetto del semaforo (in valori assoluti 1.673), il 7,9 % a eccesso di velocità (vale a dire 12.892) , il 7,7% (12.744) al mancato rispetto della distanza di sicurezza, il 7,5% a manovra irregolare, il 4,7% a non aver dato precedenza al pedone sull’attraversamento pedonale, il 3,7% al comportamento scorretto del pedone. I dati forniti dalle Polizie locali per sinistri causati da alcool e droga sono rispettivamente 2.031 e 536.
E, allora, perché tanti, troppi, sindaci e comandanti hanno a cuore solo l’eccesso di velocità e il passaggio con il semaforo rosso? I cittadini malpensanti dicono “per fare cassa”, giustificando così le sanzioni prese per aver violato il codice ma… Ma per far sì che il cittadino non faccia tali affermazioni occorre essere seri su strada e nelle politiche per la sicurezza stradale. Occorre rimettere in strada uomini e donne delle Polizie locali formati alla sicurezza stradale. Bisogna tornare a fare posti di controllo, sanzionando ogni infrazione che si ha modo di vedere, non girandosi mai dall’altra parte. Bisogna promuovere servizi in borghese per sanzionare le violazioni più pericolose, come la guida con il cellulare, la guida contromano, la guida senza cintura e non solo. Così si fa prevenzione e si tutela davvero la sicurezza dei cittadini.
Se a un comandante sta a cuore la sicurezza stradale, che deve essere il fulcro dell’attività della Polizia locale, non può esimersi dal redigere un piano performance, un piano dettagliato degli obiettivi e un piano esecutivo di gestione in grado di declinare la sicurezza stradale in questa direzione. Il dirigente comandante deve redigere la previsione delle spese e delle entrate sulla base di quanto riuscirà a fare in termini di controlli e sanzioni da parte dei suoi uomini. Il dirigente comandante deve pretendere di redigere la previsione delle entrate ex art. 208 dando priorità alla sicurezza stradale e, se è all’altezza, deve fare una proposta dura all’amministrazione di appartenenza. Pur sapendo che la normativa prevede che solo il 50% delle sanzioni può avere una destinazione vincolata alla sicurezza stradale, deve suggerire di destinare il 100% delle sanzioni a questa finalità. E il gioco è fatto. Un’amministrazione comunale con l’intelligenza e la saggezza di condividere il suggerimento del comandante, dovrebbe rendicontare puntualmente ai cittadini, tutti gli anni, che ogni euro entrato a seguito di sanzioni per violazioni al codice della strada viene reinvestito sulla sicurezza stradale degli utenti, con particolare riguardo agli utenti deboli, Nessun cittadino avrebbe nulla da ridire e se lo facesse sarebbe in malafede.
In caso contrario, purtroppo, la malafede rischia di essere dall’altra parte. Sarebbe del sindaco o del comandante che si rivela accondiscendente verso l’amministrazione comunale e, per salvare la poltrona, acconsente a strategie inspiegabili di finta sicurezza stradale, consapevole che in quel modo i suoi uomini non si affaticano, i soldi entrano nelle casse municipali, il sindaco è felice e tutto va bene madama la marchesa. Tutto tranne due dettagli: la Polizia locale così perde il suo reale ruolo e la sicurezza stradale viene elusa a danno dei cittadini.
*Comandante della Polizia municipale di Roseto degli Abruzzi