Le multe per le violazioni al codice della strada sono in aumento in quasi tutta Italia. I dati pubblicati dal Sole 24 Ore relativi al 2022 e 2023 lo testimoniano. Tra le 50 città più grandi Pescara conquista un “non ambitissimo” quarto posto con un aumento del 57% rispetto al 2022. I Tred (controlli del semaforo rosso , cambio di corsia e superamento della barra di arresto) e i varchi elettronici hanno dato il loro rilevantissimo contributo con percentuali che azzardiamo essere oltre l’80% del monte verbali, ma speriamo di essere smentiti da numeri che certifichino invece percentuali elevate per le multe contestate (cellulari, assicurazioni, revisioni, cinture, monopattini, eccessi di velocità con tele laser).
Solo Potenza +107%, Messina +69% e Trento +59,4 hanno fatto registrare un trend in crescita maggiore.
In valori assoluti nel 2023 Pescara ha incassato 9,4 milioni di euro; Chieti 1,2; Teramo 1,1 e L’Aquila 300.000 euro.
Certo che forse a L’Aquila la mancanza di un dirigente comandante da 7 anni, causa la pervicacia dell’amministrazione a non volerlo nonostante i pronunciamenti della giustizia amministrativa, contribuisce a numeri così ridicoli. Che non si dica che quando non si fanno multe o se ne fanno poche vuol dire che gli utenti della strada sono corretti. L’obiettivo multe zero perché tutti corretti è facile da raggiungere: basta girarsi sempre da un’altra parte e non usare la tecnologia e il gioco è fatto.
Nelle quattro città, addirittura all’Aquila i 300.000 sono frutto di un incremento del 2,6% rispetto al 2022, a Chieti un +0,1% certifica un dato costante, mentre a Teramo si è registrata una flessione del 12,9% rispetto all’anno precedente.
Ma il dato più interessante è quello relativo alla cifra pro capite delle sanzioni. La classifica nazionale delle prime 50 città italiane, ma anche inserendone altre più piccole non cambia, vede Pescara collocarsi ad 7° posto con un significativo con 79,2 euro per ogni abitante. Al primo posto c’è Firenze con 198 euro, a seguire Potenza con 120, Milano con 108, Padova con 103, Bologna con 81, Verona con 80 e poi Pescara.
Le altre abruzzesi sono molto più giù. Chieti registra un 24,7 euro per abitante, Teramo un 20,8 e L’Aquila soli 5 euro.
Pescara è la capitale delle multe in Abruzzo e veleggia in posizioni da capogiro a livello nazionale sia per l’incremento tra il 2022 e il 2023 che per il dato pro capite. Numeri che testimoniano la forza della tecnologia, i sei Tred su sei incroci ‘tranquilli’ – senza giustificarne agli atti l’esigenza raccontando la pregressa pericolosità registrata ed i sinistri con feriti o mortali rilevati – i varchi elettronici, l’autovelox posizionato per sanzionare il superamento dei 30km/h in zone Colli, attestano quanto siano stati indisciplinati i pescaresi, per le violazioni di cui sopra, ma soprattutto quanto lo siano stati senza essere sanzionati per tutte le altre violazioni più pericolose.
Un incasso di oltre 9 milioni di euro in un anno si registra in media per un monte sanzioni che supera abbondantemente i 20 milioni di euro. Una montagna di violazioni che sarebbe utile conoscere per tipo di violazione. Ma in realtà non sarebbe utile sarebbe doveroso, imprescindibile, corretto, degno di una Pubblica Amministrazione Trasparente. L’accountability , il rendicontare il proprio operato è alla base di un rapporto corretto tra cittadini e enti locali, tra dirigenti e amministratori, tra maggioranza ed opposizione.
Tutti debbono avere pari dignità e tutti devono meritarsela. Sono indegni gli amministratori che non rendicontano, così come lo sono i dirigenti, che siano di fiducia o a tempo indeterminato, così come lo è l’opposizione che deve rappresentare ogni giorno un baluardo di contrapposizione, di controllo e di progettualità alternativa. All’indomani di una tornata elettorale è sempre più frequente sentire il neo sindaco, inebriato dalla vittoria, che dichiara “da domani sarò il sindaco di tutti di chi mi ha votato , di chi non mi ha votato e di chi non ha partecipato al voto”. Poi, di fatto, questa sincera buona intenzione fatica a realizzarsi a volte per miopia altre per sordità, altre per mancanza di olfatto elettorale.
Mai abbiamo ascoltato dal o dai candidati sindaco sconfitti che saranno l’opposizione di tutti coloro che non hanno scelto il vincitore o che non hanno scelto nessuno perché disamorati o perché non apprezzavano alcuna proposta.
Eppure proprio l’opposizione ha il dovere di assolvere al compito più importante della legislatura: rappresentare la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Pensateci, con le ultime percentuali di votanti, un sindaco eletto a fatica rappresenta il 30% degli aventi diritto al voto, mentre l’opposizione rappresenta il restante 70% o giù di lì. Quando l’opposizione viene meno al suo ruolo, la maggioranza che ben governa merita un plauso immenso, ma quella che mal governa ha una serie di attenuanti generiche di non poco conto.
Ernesto Grippo