di Michela Di Michele
A capodanno 2023, l’Abruzzo contava 1.269.860 abitanti, di questi 80.963 persone di nazionalità straniera, poco più della metà donne, il 53%. Alla classica domanda regionale “di chi sei figlio?” il 6,3% circa delle persone risponderebbe con un nome dalle sonorità molto distanti da quelle tipiche di Pescara, Chieti, Teramo o L’Aquila.
La maggior parte proviene dalla Romania, a seguire Albania, Marocco, Cina e Ucraina (per inciso, l’Abruzzo è la regione che ha accolto più ucraini in rapporto alla popolazione).
I dati sono stati diffusi a dicembre sul sito di Abruzzo Openpolis https://www.openpolis.it/osservatorio-abruzzo/ il progetto della Fondazione Openpolis che raccoglie, elabora e rende disponibili dati su temi quali politica, attualità, trasparenza nella pubblica amministrazione, ambiente, povertà educativa, innovazione, uguaglianza di genere, cooperazione internazionale, migranti.
Il numero di persone straniere in Abruzzo è in linea con le proporzoni che si riscontrano nel Centro e nel Sud Italia. La maggioranza appartiene a comunità ormai radicate e presenti da lungo tempo, ma sono necessarie politiche pubbliche per rendere effettiva l’integrazione e incrementare la qualità della vita dell’intera comunità. Sanità, scuola, trasporti pubblici sono le aree che con più urgenza chiedono di essere rafforzate, per tutta la collettività, ma le loro criticità si mostrano con maggiore evidenza in relazione alla popolazione di origine straniera. Si tratta di ambiti di competenza anche regionale.
L’istruzione
Uno dei problemi principali è rappresentato dalla mancanza di livelli adeguati di tempo pieno delle scuole. Una esigenza sentita da molte famiglie e più urgente per i nuclei familiari con entrambi i genitori che lavorano e che non hanno reti familiari sul territorio. Inoltre, per gli stranieri manncano i mediatori culturali che favorirebbero l’inserimento scolastico di migranti di prima generazione.
La sanità
L’accesso alle cure mediche e una assistenza adeguata per le persone di origine straniera sono resi più complicati dalla mancanza di cartelle cliniche tradotte. Senza le informazioni pregresse sullo stato di salute di una persona, su eventuali patologie, allergie, interventi chirurgici subiti, prestare cure idonee diventa complesso e ostacola di fatto l’uguaglianza nella fruizione del servizio sanitario.
I trasporti
Il tema della mobilità è strettamente connesso alla questione delle aree interne. Ripopolare i comuni dell’entroterra, sempre più svuotati dall’emorragia di persone verso i centri urbani, è un intento arduo sia per la scarsa offerta di opportunità di lavoro, sia per i difficili collegamenti verso le aree di interesse dove sono presenti servizi come scuole, poste, ospedali. L’insufficienza del trasporto pubblico costituisce uno dei principali ostacoli all’effettiva inclusione degli stranieri in Abruzzo. Risiedere in aree periferiche permette di pagare affitti più bassi, risparmiare sul costo della vita, elementi che rappresentano non solo dei vantaggi, ma delle necessità per chi non ha situazioni economiche forti. Tuttavia, raggiungere con i mezzi pubblici i centri urbani e i posti di lavoro è, ad oggi, complicato.
Non solo stranieri, quindi. Le politiche pubbliche, se disponibili all’ascolto delle esigenze della popolazione e intenzionate a soddisfarle, possono potenziare servizi e strumenti volti a migliorare la vita dell’intera collettività.