L’Associazione Nuova Pescara, constatata l’impossibilità di un dialogo costruttivo con gran parte del mondo politico abruzzese, ha inviato, a firma del presidente Marco Camplone, una diffida ad adempiere alla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, come da Legge regionale del 2018. I destinatari della diffida sono il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, gli assessori regionali, i sindaci e i consiglieri comunali di Pescara, Montesilvano e Spoltore.
Si diffidano i rappresentanti delle istituzioni a non prorogare ulteriormente la data di istituzione di Nuova Pescara – stabilita per il 1 gennaio 2024 – altrimenti le Associazioni aderenti alla Nuova Pescara valuteranno la possibilità di mettere insieme azioni collettive a tutela degli interessi dei cittadini, anche di natura risarcitoria, ove ravvisabili e rinvenibili, cominciando con l’attenzionare la magistratura, anche contabile, per l’eventuale danno erariale cagionato.
Non si prosegua, dunque, con l’approvazione del Progetto di Legge, a firma di Sospiri, D’Incecco e D’Addazio, per lo spostamento della Fusione al 2027, che andrà in aula domani 28 febbraio 2023. Ricordiamo a tutti che Nuova Pescara è stata sancita da un referendum consultivo del 2014 e dalla Legge regionale del 2018. La data di fondazione del nuovo comune è già stata spostata dal 2022 al 2023 e dal 2023 al 2024. Un ulteriore spostamento sarebbe un’offesa e un danno per i cittadini.
Di seguito, il testo completo della diffida
Il sottoscritto Marco Camplone, in qualità di legale rappresentante pt dell’Associazione Nuova Pescara, mediante la presente significo quanto segue.
La volontà popolare dei cittadini abruzzesi ha richiesto l’istituzione della Nuova Pescara già da quasi nove anni. Il referendum consultivo regionale per la fusione dei comuni di Montesilvano, Pescara e Spoltore si è svolto il 25 maggio 2014. A Montesilvano ha risposto Sì il 52,23% dei votanti. Ha prevalso il Sì anche a Pescara con il 70,32% e a Spoltore con il 51,15%.
In virtù di ciò, la Legge Regionale n.26 del 24 agosto 2018, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo n.81 del 24 agosto 2018, modificata da un emendamento approvato in Consiglio regionale il 29/12/2020, ha stabilito l’istituzione del nuovo ente dal 1° gennaio 2022, poi prorogata al 1° gennaio 2023, poi al 2024, ed ora si preannuncia uno slittamento al 2027.
Tale ultima scelta, come già è stato evidenziato, “irride il referendum del 2014, cancella la Legge regionale del 2018, mortifica i cittadini, frena lo sviluppo del nostro territorio ed è propedeutica ad affossare definitivamente Nuova Pescara”.
Infatti, la mancata Istituzione della Nuova Pescara frena lo sviluppo di tutto il territorio abruzzese, in quanto, l’indotto creato dai contributi statali e regionali è di rilevante importanza per tutta la realtà costiera e primo-collinare della nostra Regione. Leggendo quanto stabilito dall’art. 8 dell’anzidetta legge, infatti:
“1. Il Comune di “Nuova Pescara” è titolare dei contributi previsti dalla normativa statale per i
comuni istituiti per fusione di comuni preesistenti.
- Al fine di incentivare e supportare l’esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali e la
riorganizzazione delle strutture dei tre Comuni coinvolti nel processo di fusione secondo quanto
previsto dall’articolo 4, è concesso, per l’anno 2018, previa richiesta congiunta da parte dei tre
Comuni interessati, un contributo regionale pari ad euro 300.000,00, da ripartire
proporzionalmente tra i tre Comuni in base alla popolazione residente. - Al Comune di “Nuova Pescara”, a decorrere dal 1° gennaio 2022 e comunque successivamente
alla sua istituzione, è concesso, inoltre, un contributo da parte della Regione nella misura stabilita
dall’articolo 12 e per i cinque anni successivi.” Slittare di tre anni l’istituzione del nuovo ente significherebbe ritardare un processo di avanzamento economico ingiustificatamente, anche in ragione del fatto che il treno alta velocità Roma-Pescara, secondo quanto stabilito dal PNRR, dovrebbe vedere la propria luce entro fine 2025 e potrebbe farlo sotto l’egida della Nuova Pescara, soggetto giuridico senz’altro più accattivante dell’attuale comune isolato.
Inoltre, risulterebbe del tutto vanificato il riconoscimento del valore assoluto dell’iniziativa operato
anche dal legislatore statale, che con la L. 51/2022 ha elevato fino ad un massimo di 10 milioni di
euro per 10 anni i maggiori trasferimenti erariali che spetterebbero sin dall’anno 2024, qualora non
fosse rinviata la fusione ed ha assegnato un contributo di ulteriori 5 milioni di Euro per l’anno 2023
a favore dei Comuni – come quelli di Pescara, Montesilvano e Spoltore – che avevano in corso un
procedimento di fusione durante lo stato di emergenza dichiarato per la pandemia da COVID-19.
Ma, soprattutto, il ritardo del processo di fusione priverebbe, ancora per diversi anni, il nostro
territorio e le nostre comunità di quella istituzione di rango superiore che è l’unico soggetto in grado
di governare i processi economici, sociali e urbanistici di un territorio che deve assolutamente
ambire a diventare una capitale del Medio Adriatico italiano, un hub capace di attrarre persone e
capitali e di costituire il volano per il rilancio delle ambizioni dell’intero Abruzzo.
La classe politica regionale, con l’avallo dei comuni interessati, peraltro, sta tradendo la volontà popolare espressa mediante un referendum consultivo, obbligatorio ex art. 133 comma 2 Cost., e disciplinato dall’art. 78 dello Statuto della Regione Abruzzo.
Leggendo il combinato disposto dalla fonte costituzionale e da quella primaria emerge chiaramente che il referendum consultivo, volto ad istituire nuovi Comuni o a modificarne alcuni aspetti amministrativi, come la relativa denominazione e l’assetto territoriale, in Abruzzo esprime più che in molte altre Regioni la significativa importanza di tale strumento quale mezzo di democrazia rappresentativa, in quanto impone al potere legislativo regionale di attendere l’esito del referendum consultivo prima di intervenire con legge. Il fatto che gli abitanti di Pescara, Montesilvano e Spoltore potranno vedere la luce della loro scelta democratico-maggioritaria ben 13 anni dopo averla espressa, rende l’idea dell’ingente danno che l’amministrazione Regionale sta arrecando alla sovranità popolare delle realtà locali interessate, vittime indifese di una burocrazia che non ha intenzione di attuare le scelte dei cittadini, se non in tempi elefantiaci.
Orbene, dal punto di vista della categorizzazione amministrativistica, i cittadini delle città interessate possono considerarsi titolari dell’interesse diffuso/collettivo che l’amministrazione
Regionale non faccia slittare ulteriormente l’istituzione del nuovo ente al 2027, in quanto ciò comporterebbe nocumento in termini economici come rilevato poc’anzi, per intere generazioni di nostri concittadini.
Tanto premesso, diffido i rappresentanti delle Istituzione in epigrafe emarginati, a non prorogare ulteriormente la data di istituzione della Nuova Pescara; in caso contrario, mio malgrado, valuterò, unitamente a tutte le altre associazioni facenti parte della associazione Nuova Pescara, l’eventuale possibilità di mettere in piedi azioni collettive a tutela degli interessi dei cittadini, anche di natura risarcitoria, ove ravvisabili e rinvenibili, cominciando con l’attenzionare la magistratura, anche contabile, per l’eventuale danno erariale cagionato.