di Ernesto Grippo*
Lo scorso 27 luglio la Regione Abruzzo ha approvato il regolamento di attuazione della Legge regionale della Polizia locale. La montagna ha partorito il topolino. La Polizia locale in Abruzzo non è una risorsa, ma l’ultimo dei pensieri delle politiche degli ultimi trent’anni . Amara ma inevitabile constatazione, questa, se sono dovuti trascorrere quasi dieci anni dalla Legge regionale n. 42 del 2013 che, tra l’altro, disciplinava anche le spese per i gruppi consiliari . Una Legge che si sarebbe benissimo potuto riscrivere. Approvata a fine legislatura dalla Giunta Chiodi, è stata “contemplata” dalla Giunta D’Alfonso che sul tema ha solo organizzato gli Stati generali all’Aurum. Una passerella di ottime intenzioni che sono rimaste tali.
A fine legislatura un rigurgito di Regolamento approvato dalla Giunta quando si sarebbe dovuto approvare di Consiglio e, quindi, nulla di fatto. Appena 5 anni di indefesso lavoro della presente Giunta Marsilio per partorire uno sbiadito regolamento che mette un punto fermo sulle fogge e ben venga. Per il resto, il vuoto cosmico. Certo sono stai disciplinati i gradi che si possono conseguire per anzianità di servizio, ma ci si è dimenticati di stabilire che la mera anzianità non è sufficiente. Nel 2022 si è previsto un monte ore (sempre 30) di formazione obbligatoria superata la quale si consente l’acquisizione di un grado superiore. Occorre prevedere monte ore diversi a seconda dei passaggi di grado, distinguere tra teoria e pratica e soprattutto prevedere ore di stage formativi nei comandi. Prevedere non solo l’albo dei docenti, ma la loro formazione. Formare i tutor di specialità e molto altro. Individuare i Comandi idonei ad ospitare gli stages per la prima formazione per l’infortunistica stradale, simulando i sinistri, per l’edilizia simulando controlli nei cantieri e così via. Senza mai dimenticare che la Polizia locale è Codice della Strada e Polizia amministrativa e niente di più se non quanto condiviso nei piani coordinati di controllo del territorio in sede di Comitato provinciale Ordine e sicurezza pubblica. Quel che resta da fare è ancora molto, troppo e non è giusto che uomini e donne delle polizie locali debbano essere così poco considerati.
Il livello delle polizie locali della regione si deve elevare proprio dando seguito a tutto quanto previsto da quella legge regionale ma che resta ancora inattuato. La Regione ha istituito organismi: Osservatorio, Comitato Consultivo, Comitato Scientifico, Scuola Regionale ma non ha stabilito i requisiti per l’accesso che devono essere uniformi a livello regionale, non ha stabilito i principi organizzativi (art. 10) dei Corpi di Polizia locale individuando i parametri di riferimento per determinare organigramma tipo, dotazione organica sulla base della popolazione residente, temporanea e fluttuante, della presenza dei nodi stradali critici, dell’andamento medio dei flussi di traffico, della presenza scolastica e universitaria, della vocazione turistica del territorio, del tipo e quantità degli insediamenti produttivi e commerciali. Non ha stabilito (art. 14) neanche le forme di incentivazione i criteri e le modalità di assegnazione delle risorse finanziarie per le gestioni associate, non ha definito (art. 24) i modelli operativi e organizzativi uniformi finalizzati alla promozione dell’esercizio omogeneo delle funzioni della polizia locale. Sarebbe il caso che la Regione dia seguito a quanto disciplinato dalla Legge e, quindi, adotti un Regolamento tipo per i Corpi di Polizia Locale, formuli una direttiva in materia di criteri e sistemi di selezione per l’accesso individuando i requisiti fisico funzionali e psico attitudinali necessari per l’accesso nei ruoli di polizia locale, ed i criteri molto più dettagliati relativi alla quantificazione , articolazione e contenuti per la realizzazione della formazione iniziale e continua, formuli una direttiva che contenga gli standard qualitativi dei servizi dei Corpi di Polizia Locale definendo anche i criteri generali di deroga agli standard individuati e ne preveda una periodica revisione sulla base di un costante monitoraggio ed adeguamento.
Per standard quantitativi dovrebbero prevedersi come obbligatori; la Centrale Radio operativa (sistema di radio comunicazione, due telefoni fissi, Pec comando, sistema informatico di presa in carico delle segnalazioni dei cittadini, dispositivi per funzionamento di almeno 6 ore in caso di black out e il regolamento del corpo e poi standard facoltativi come l’utilizzo del volontariato, il supporto al controllo di comunità, gli strumenti di autotutela, la dematerializzazione di procedure complesse, la dotazione organica di personale amministrativo per attività specifiche.
La Regione deve individuare gli ambiti territoriali ottimali di riferimento, statuire quanto si riconosce lo status di Corpo di polizia locale ed i criteri di deroga, prevedere quindi quanti addetti deve avere ogni Corpo per rispettare gli standard dopo aver definito i parametri, per esempio sino a 10.000 abitanti 0,8 ogni mille, da 10.000 a 20.000 0,9 ogni mille, oltre 20.000 1 ogni mille, i capoluoghi di provincia 1,2 ogni mille e l’incremento di 0,5 ogni 1000 posti letto turistici, imporre che ogni Comune preveda gli stessi requisiti per assumere un agente o un addetto al coordinamento e controllo , costringere alla gestione associata, far approvare ad ogni comune lo stesso regolamento tipo e lo stesso modello organizzativo e infine, cosa non di poco conto, stabilire quante ore deve essere aperto ogni comando in rapporto al numero di addetti, per esempio fino a 46 addetti non meno di 11,30 ore giornaliere su due turni, oltre 46 adedtti non meno di 17 ore giornaliere su tre turni e i Comuni capoluoghi di Provincia non meno di 20 ore giornaliere.
Le Polizie Locali della Regione Abruzzo sono da troppo tempo scarsamente considerate non lo meritano uomini e donne che si spendono per elevare la qualità della vita degli abruzzesi e che sono punto di riferimento d’elezione per la sicurezza stradale e per la Polizia amministrativa.
*Comandante Polizia locale Roseto degli Abruzzi