La chiusura delle Naiadi, impianto natatorio di calibro internazionale, è l’esaltazione dell’imperizia politica che affligge l’Abruzzo in generale e Pescara in particolare. La realtà, che se ne frega dei ricorrenti annunci roboanti e delle pose muscolari di Marsilio, Sospiri & Co., è claustrofobica come una cartella delle tasse: dipendenti senza stipendi da aprile e piscine, parco e strutture ricreative chiuse in piena estate, con evidente danno per i cittadini e per i turisti.
Per dirla tutta, quella delle Naiadi è una piaga aperta da decenni. La Regione, proprietaria del complesso, non ha mai mostrato una tangibile capacità di trovare soluzioni che non fossero avventuristiche gestioni concesse a Tizio o a Caio, concluse sempre con sovraccarico di spese e problemi per la collettività. Ma quante Naiadi, piccole e grandi, ci sono a Pescara e dintorni? L’ospedale, la Città della Musica, il Museo del Mare, il Parco archeologico di Torre del Telegrafo, il mosaico romano lungo la golena sud, la Pineta, i fiumi Pescara e Saline, la Strada Parco, la filovia, il porto, la Nuova Pescara, l’aria che respiriamo…. La realtà non lascia spazio a incertezze: stiamo messi così male perché il “manico” è quello che è. Le Naiadi chiuse sono solo una vergogna tra le tante. Purtroppo. (emmeci)