di Antonio Ciofani*
L’assessore abruzzese alla salute Nicoletta Verì ha fatto sapere che l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e il ministero della Salute hanno approvato il Piano dell’Assistenza territoriale della regione Abruzzo.
Va specificato e chiarito che ci si riferisce alla medicina e all’assistenza nel territorio e, quindi, alle disposizioni del Decreto ministeriale 77/2022 (DM 77). I campi di interesse sono le Case della Comunità, l’Assistenza domiciliare, la Salute mentale, l’Assistenza primaria, la Sanità carceraria, le Centrali operative territoriali, la Salute della donna, la Salute dell’anziano, i Disturbi alimentari, le Dipendenze, etc.
Il Decreto che, invece, regola l’Assistenza ospedaliera è il DM 70/2015, settore programmatorio completamente diverso da quello che concerne il territorio e che tuttora è inapplicato (da ben 8 anni…). E di questo argomento omette di parlare l’assessore Verì, di questa perdurante assenza di una rete ospedaliera validata dai tavoli ministeriali, date le otto bocciature dei documenti inviati dalle ultime due Giunte regionali. L’ultima bocciatura lo scorso anno da parte del “Tavolo DM 70” , lo specifico organo Interministeriale Salute/Mef deputato ad esaminare la rispondenza delle Reti Ospedaliere regionali a quanto prescritto dal Decreto. Ebbene, nel relativo verbale si ingiunge alla Regione Abruzzo ( l’unica che ne è tuttora priva !) di individuare almeno un Ospedale di 2° livello e quindi il relativo servizio-salvavita Dea (Dipartimento Emergenza Accettazione) di 2° livello. Noi abruzzesi siamo gli unici a non disporne.
Il punto è che si comprende questa solerzia, di per sé positiva, nell’occuparsi di assistenza territoriale. Si lascia, invece, la regione monca nell’assistenza ospedaliera, persistendo in un’ostinata condotta elusiva delle normative che non può essere più tollerata. La difficoltà centrale da segnalare è che la Regione Abruzzo non riesce a recepire l’elementare principio della moderna medicina ospedaliera, molto ben esposto ed evidenziato dal DM 70/2015, dell’organizzazione secondo livelli gerarchici di complessità delle strutture ospedaliere. E precisamente, prescrive il decreto, in tre livelli (Ospedale di Base, Ospedale di 1° livello, Ospedale di 2° livello). La Giunta Abruzzese non riesce ad andare oltre i due, condannando la nostra regione a permanere in una sostanziale periferia sanitaria.
Come si può, tecnicamente e clinicamente, non comprendere che oggi l’assistenza territoriale e la rete ospedaliera non possono essere programmate in modo disgiunto, senza una visione unitaria di come si assicura la salute dei cittadini ?
*Portavoce Consulta Clinica per il DEA di 2° Livello – Pescara