di Ernesto Grippo*
Se si verificano episodi di presunta corruzione in un Comune, sul banco degli imputati non dovrebbe andare il Piano Anticorruzione? A prescindere dalle responsabilità politica, gli anticorpi per arginare i fenomeni corruttivi li scrivono i vertici amministrativi e li attuano sotto la supervisione del Segretario generale che è il Responsabile della Prevenzione, della corruzione e della trasparenza. E, infatti, al Comune di Pescara il Responsabile è il Segretario generale, dal 2014, con decreto del sindaco Marco Alessandrini, poi confermato con decreto del sindaco Carlo Masci nel 2019. Si intende che ogni dirigente è a sua volta stato nominato quale referente per la prevenzione della corruzione .
L’ultimo Piano anticorruzione è stato approvato, il 30 marzo 2021, con delibera di Giunta n.147, all’unanimità dei componenti la Giunta, assente l’assessore Martelli. Viene da dire che qualcosa non ha funzionato se si dimostrasse che sia vero quanto emerge dagli atti di indagine. Ma a prescindere, qualche punto interrogativo il Piano lo pone. Viene da chiedersi perché a pag. 24 si richiama la delibera che definisce la microstruttura dell’ente con le relative declaratorie e nell’articolazione il settore Lavori pubblici e il suo dirigente Fabrizio Trisi non compaiono. Nella pagina successiva, poi appare il settore diretto da Trisi nell’ambito dell’Area Città vivibile che al suo interno racchiude quattro settori e il cui coordinatore è Gaetano Silverii.
Il Piano contiene poi le Misure generali per prevenire la corruzione e genera un sorriso amaro la Misura 11 “Patto di integrità” . Testualmente: “I patti di integrità costituiscono un sistema di condizioni la cui accettazione viene configurata dalla stazione appaltante come presupposto necessario e condizionante la partecipazione ad una gara di appalto…. Stabilisce la reciproca e formale obbligazione … di improntare i propri comportamenti a principi di lealtà, trasparenza e correttezza nonché l’espresso impegno di non offrire, accettare o richiedere somme di denaro o qualsiasi altra ricompensa, vantaggio o beneficio”.
Poi la Misura 12 definisce il Controllo successivo di regolarità amministrativa ed elenca tutti gli atti soggetti a controllo, tra questi gli affidamenti diretti e quelli tramite procedura negoziata. Sono avvenuti questi controlli e con quali esiti?
Il Piano contiene anche Misure specifiche . Tra queste, in capo a tutti i dirigenti per gli Affidamenti diretti, il cui rischio di corruzione è considerato alto per l’uso distorto della discrezionalità e per alterazione della concorrenza, la misura da adottare doveva essere la rotazione e in particolare l’attestazione da parte del Responsabile del Procedimento, da richiamare nella determina, del rispetto del principio di rotazione e dell’assenza di conflitti di interesse. Per gli affidamenti in somma urgenza, sempre il Rup deve attestare il rispetto della normativa . E ancora: altre Misure tutte ben scritte, ma poi? La verifica sulla correttezza degli atti adottati dai Dirigenti e dai Rup ?
Risulta strano anche l’aver attribuito al Dirigente Lavori pubblici l’erogazione di contributi ad associazioni sportive. Purtroppo, se il Comune di Pescara, dal 2014, è stato più volte attenzionato dalla magistratura inquirente per una gestione anomala degli affidamenti diretti è il caso che oltre alla politica si individuino altri profili di responsabilità amministrativa.
Oltre al Segretario generale, al vertice del Comune e della Conferenza dei dirigenti è collocato il Direttore generale, anche lui di nomina fiduciaria, che “sovrintende alla gestione dell’ente, perseguendo livelli ottimali di efficacia e di efficienza”. Di solito, in un ente come il Comune di Pescara si dovrebbe andare in Conferenza dei dirigenti, almeno una volta a settimana, con una puntuale reportistica delle questioni in essere, da rendicontare al sindaco e agli assessori. In conferenza dei dirigenti il faccia a faccia aiuta a comprendere ed a capire moltissime cose se la conferenza è ben diretta con competenze manageriali.
L’indagine in corso, allo stato attuale, non fa emergere alcuna responsabilità penale a carico degli amministratori e del sindaco e non è giusto che si punti il dito contro di loro. Certo, viene da attribuire al sindaco la responsabilità per aver scelto quel Dirigente ai Lavori pubblici, il cui operato poi in realtà faceva capo a altro assessore che è Luigi Albore Mascia, con le deleghe ai Lavori pubblici, alla Mobilità, Viabilità, Grandi infrastrutture , Riqualificazione periferie
Ma se fino a prova contraria la politica può anche non sapere, da oltre trent’anni, da quando il legislatore ha previsto la netta separazione tra politica e gestione, attribuendo quest’ultima solo alla classe dirigente, è proprio questa che deve essere imputata ad ogni livello per negligenza, imprudenza, imperizia o dolo. E la gerarchia delle responsabilità è stata ben scolpita nel corso di questi anni.
Se poi qualcuno obietta che la politica non riesce o non vuole dirigenti che attuano questa netta separazione o che non hanno i prerequisiti di onestà e competenza con la conseguenza che le scelte fiduciarie seguono altre logiche, allora la questione è molto più preoccupante. Ma è un’altra storia che, se del caso, forse è bene cominciare a scrivere.
*Comandante della Polizia locale di Roseto degli Abruzzi