di Cristian Odoardi*
Fin dall’inizio del suo percorso istituzionale, la Cna di Pescara ha salutato e sostenuto con favore la nascita del nuovo comune unico frutto della fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore. Come noi, a ben vedere, la pensa fin dall’inizio la maggioranza dei cittadini dei tre centri, cittadini che si sono espressi con nettezza – lo voglio ricordare a chi ancor oggi non vuol ricordare o finge di non ricordare – a favore del processo. E come noi la pensa l’insieme del mondo produttivo dei tre centri coinvolti, che vede in questo processo un’irripetibile opportunità di sviluppo. Si tratta della più grande operazione di aggregazione di enti locali mai avvenuta in Italia: e per una volta, mi si consenta, l’Abruzzo dalle non sempre esaltanti vicende politico-istituzionali potrebbe essere ricordato in Italia per lungimiranza e capacità di guardare oltre la punta del proprio naso: ovvero all’efficientamento che nasce dalla semplificazione dei processi istituzionali, con un sindaco anziché tre; una giunta anziché tre; un consiglio comunale anziché tre; una struttura burocratica anziché tre; una società per ciascun servizio (come gestione dei rifiuti) anziché tre.
A questo si unirebbero i più volte ricordati vantaggi derivanti dai benefici che lo Stato riserva a questi processi di fusione: benefici che ricadrebbero positivamente sul bilancio del nuovo Comune, e da qui su una popolazione che ora nei parametri sulla qualità della vita non brilla certo per la bontà dei servizi ricevuti, stando alle classifiche periodiche pubblicate sui principali media.
Nessuno, tantomeno noi, si è mai nascosto i problemi complessi che la nascita di una città metropolitana di 200mila abitanti pone al processo costituente; ma non sarà certo con occhiute tattiche dilatorie e strategie del rinvio che queste problematiche potranno essere risolte. E se, dunque, risulta comprensibile un rinvio tecnico dei tempi di attuazione generato a suo tempo dalla pandemia, ora qualsiasi ulteriore atteggiamento dilatorio e di spostamento in avanti delle lancette dell’orologio apparirebbe ingiustificato, strumentale, inutilmente dilatorio, irrispettoso di una volontà popolare sempre evocata ma stavolta messa sotto il tappeto, vocato al mantenimento dello status quo.
Occorre, insomma, procedere senza indugio al rispetto delle tappe istituzionali già fissate. Occorre che il Consiglio regionale non interferisca con decisioni cervellotiche su un processo in corso: ma che, al contrario, ove ravvisi inerzia da parte dei soggetti attuatori si sostituisca a loro, come la legge istitutiva vuole.
*Presidente Cna Pescara