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Marramiero: “Se si sposterà Nuova Pescara al 2027, i tre comuni si sentiranno autorizzati a fare scelte senza una visione collettiva”

13 Febbraio 2023 da Redazione

Questo è il testo dell’audizione, nella Prima commissione del Consiglio regionale d’Abruzzo, dell’imprenditore Enrico Marramiero, in rappresentanza della Camera di commercio Chieti-Pescara, sul progetto di Legge, a firma Sospiri, D’Incecco e D’Addazio, per lo spostamento di Nuova Pescara al 2027.

La Camera di commercio di Chieti e Pescara esprime tutta la sua preoccupazione per il ritardo dei tempi di fusione dei tre comuni a dispetto della chiara volontà dei cittadini e delle imprese. Innanzitutto, si rileva la incongruenza dello spostamento dell’approvazione dello Statuto ad un data (31/01/2024) che è successiva a quella che è fissata come data di nascita della Nuova Pescara. In aggiunta, lo spostamento al 2027 rappresenta una dilazione di tempo non accettabile rispetto ad una volontà popolare espressa già nel 2014.

Per brevità di tempo, si sorvola sui vantaggi di cui le nostre aziende potranno godere  nella ipotesi di fusione, in quanto  già validamente illustrati  dai rappresentanti di Confindustria e Confesercenti. Ma la  CCIAA Chieti Pescara vuole ribadire, con forza, che la fusione non è un fine ma è un mezzo per arrivare ad offrire migliori servizi  ed efficientare le strutture a servizio dei cittadini e delle imprese e, quindi, non può più aspettare. La stessa CCIAA, pur consapevole del diverso grado di complessità rispetto a tre realtà comunali,  è la testimonianza dei vantaggi che può comportare un processo di aggregazione con queste finalità.

Altro esempio virtuoso, di cui sono testimone diretto in qualità all’epoca  di Presidente di Confindustria Pescara, è stata la fusione con Chieti che ha dato vita ad una realtà che ha raggiunto un peso considerevole a livello nazionale e offerto nuove opportunità agli associati. La stessa occasione di aumento di peso a livello nazionale ed efficientamento l’abbiamo adesso con la fusione dei tre comuni. Ma per fare ciò si deve avere la stessa determinazione che ha portato CCIAA e Confindustria e, quindi, bisogna mettere come priorità del programma politico dei tre comuni il progetto di fusione!

Ciò non sta accadendo e di fatto  registriamo il tentativo di una ennesima proroga a fronte di un avanzamento dei lavori ancora, purtroppo, non significativo. A nostro avviso, lo spostamento della data di fusione al 2027 rischia solamente di legittimare questo atteggiamento dilazionatore da parte dei comuni che, in tale modo, si sentono autorizzati  a continuare ad assumere decisioni  senza una visione collettiva, aumentando le probabilità di spostare sine die la data della fusione con rischio sia di perdere le risorse adesso esistenti che l’incancrenimento dell’animo dei cittadini traditi dal non rispetto della loro volontà.

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