di Ernesto Grippo*
Il Comune di Pescara è stato oggetto di attenzioni mediatiche per un “presunto” copia e incolla addebitato al vertice burocratico nella stesura del Documento di Programmazione. Strali dell’opposizione perché qualcuno avrebbe osato copiare di sana pianta dal Comune di Bologna un passaggio rilevante sul piano sociale. Ma cerchiamo di essere seri e di interrogarci di quanti copia e incolla caratterizzano la vita quotidiana dei privati cittadini e delle istituzioni. Attività negativa se sterile, priva di elaborazione concettuale, finalizzata solo a consentire ai burocrati di non pensare. Ma esiste una versione positiva e avanzata del copiare che si chiama benchmarking. Dal mondo dell’impresa questo termine è stato trasportato anche nel pubblico e negli enti locali laddove il bene comune è l’obiettivo ultimo dell’amministrare.
Fare benchmarking vuol dire confrontare i risultati della propria impresa con quelli di altre imprese che operano nello stesso mercato. Con il benchmarking si riescono a identificare le pratiche gestionali migliori. Una volta identificate, si modellano sul territorio di riferimento e il gioco è fatto o quasi. Ma tale pratica richiede dirigenti pubblici con esperienze maturate sul territorio nazionale e non con una rendita di posizione sulla base di una scalata interna all’amministrazione dove per magia risultano vincitori di tutti i concorsi ai quali partecipano. E’ notizia di questi giorni dello strano, che di strano non ha proprio nulla , concorso per dirigente tecnico del Comune di Pescara che si è concluso con l’inidoneità di tutti i candidati. Altro che stranezza o scandalo, merito alla Commissione che non si è fatta condizionare dall’aurea che sovrastava i candidati interni. Aurea che invece ha da sempre aleggiato e continua ad aleggiare sui tanti concorsi indetti dagli enti locali. Un plauso alla Commissione e al sindaco Masci che ne ha difeso l’operato. Ma torniamo all’idea di copiare cose buone per la propria collettività. Pensiamo al tema del degrado urbano, dell’inciviltà, del senso civico, della partecipazione dei cittadini.
Sarebbe complicato approcciarsi a strumenti come il software Rilfedeur per il rilevamento dei fenomeni di degrado urbano o progettare l’attivazione di Gruppi di vicinato per sensibilizzare i cittadini e renderli collaboratori privilegiati dell’amministrazione, in senso lato, e della Polizia locale nello specifico ?
Si tratta di una progettualità che in Emilia Romagna è partita ad inizio degli anni 2000 e che nel corso di questi 20 anni è stata collaudata, monitorata, corretta e declinata sui territori tenendo conto delle singole peculiarità, offerta alla lettura delle altre Forze dell’ordine, portata nei Comitati provinciali per l’Ordine e la Sicurezza pubblica dove sindaci di ogni colore politico si sono confrontati, con cognizione di causa, con i rappresentanti del Governo e delle Forze di polizia, sulla base di dati, riscontri oggettivi, report puntuali, fotografie statiche e dinamiche di un territorio e della sua popolazione.
Rilfedeur è uno strumento per la raccolta e classificazione di eventi, è uno strumento che supporta le strutture di Polizia locale nella gestione di tutti gli esposti e le segnalazioni che pervengono al comando. Rileva, raccoglie e classifica la gestione delle segnalazioni sul degrado urbano per aprire un canale dinamico di dialogo con il cittadino. Una precisazione: lo strumento funzionale se l’ente locale ha dei settori che funzionano, dalla Polizia locale, alla viabilità, dalle manutenzioni alle politiche sociali. Settori che dialogano e hanno dirigenti capaci. Sono tali quei dirigenti in grado di dirigere un settore che sia in grado di erogare servizi sia quando loro sono presenti ma, anche e soprattutto, in loro assenza. Il bravo dirigente è quello che mette a fattor comune le competenze e coordina delegando le responsabilità.
Ma torniamo a Rifedeur. I cittadini sono la fonte principale delle segnalazioni, effettuabili utilizzando tutti i canali disponibili (telefono, lettera, e-mail, sito web dell’ente, segnalazione diretta). II sistema è in grado di georeferenziare tutti i fenomeni segnalati e permette anche di utilizzare strumenti di analisi geostatistica per analizzare il degrado del territorio e prevederne l’evoluzione nel tempo. Si generano, così, delle mappe del rischio e delle mappe del degrado che si possono utilizzare per pianificare interventi e monitorarne gli effetti.
Le segnalazioni sono raccolte e gestite in un unico database dopo essere state verificate e classificate dagli operatori. Il sistema gestisce tutti gli step della segnalazione. In tutte le fasi il cittadino è costantemente informato dello stato di avanzamento della sua segnalazione. Rilfedeur è disponibile in versione comunale, ovvero destinato a polizie municipali e Urp di comuni, versione multicomunale per associazioni di comuni edunioni, e in versione provinciale, destinato ai corpi di Polizie provinciali e alle guardie ecologiche volontarie.
Il cittadino comunica via internet la segnalazione di disagio, tramite una pagina web che contiene un form e una mappa interattiva che lo guidano nella classificazione e localizzazione del fenomeno rilevato. Per classificare il fenomeno, utilizza una ricerca basata su parole chiave: in base alle parole chiave immesse viene mostrato un elenco di fenomeni possibili (classe – soggetto – evento) tra i quali il cittadino sceglie quello che desidera segnalare. Per la localizzazione del fenomeno è possibile utilizzare sia la mappa sia gli strumenti di ricerca e localizzazione tramite via, numero civico o toponimo.
Il modulo è utilizzato dagli operatori che inseriscono e gestiscono le segnalazioni. L’applicazione fornisce gli strumenti per classificare i fenomeni, collocare la segnalazione sulla mappa definendone la geometria, gestire e tracciare i passaggi tra i diversi uffici e utenti che si occupano di una segnalazione (responsabile e assegnatario), pianificare le attività di monitoraggio del fenomeno, inviare comunicazioni al cittadino, gestire le pratiche e i documenti collegati, memorizzare lo storico degli interventi e tutti i passaggi dell’iter, inoltrare la segnalazione a un altro ufficio o ente competente, monitorare i tempi di evasione. Il modulo di gestione contiene inoltre le funzionalità per la creazione dei report, delle mappe tematiche di numerose tipologie e delle schede con tutti i dati delle segnalazioni in formato pdf.
Il tutto funziona da oltre 20 anni: vogliamo farci un pensierino? A proposito, una buona parte del contenuto di questo articolo è rinvenibile nella pagina web delle Politiche per la Sicurezza della Regione Emilia Romagna.
*Comandante Polizia locale di Roseto degli Abruzzi